Il ritmo interno


"Quando André tornò con un'aria timida e come scusandosi, lo intrattenni per diverse ore coi miei discorsi sull'arte e sulla danza e su di una nuova scuola di movimento umano, e devo dire che egli non solo si mostrò nè affaticato nè annoiato, ma mi ascoltò con infinita pazienza e con dolce simpatia mentre gli descrivevo tutti i movimenti che avevo scoperti.
Sognavo anche di scoprire un movimento iniziale dal quale sarebbe nata tutta una serie di altri movimenti, senza che la mia volontà avesse a intervenire; che cioè, non fossero se non la reazione incosciente dell'impulso iniziale.
Avevo sviluppato questi movimenti in variazioni diverse su temi differenti: così, il primo movimento della paura, seguito dalle reazioni naturali nate dall'emozione iniziale, o quello della tristezza, dal quale si scioglieva una danza di lamentazione, o quello dell'amore, che si apriva come i petali di un fiore sul quale la danzatrice alitava, nei suoi movimenti, come un profumo.
Queste danze non erano accompagnate da musica normalmente percepibile, ma sembravano nascere da qualche invisibile ritmo".